Anche durante il mese di agosto 2014 l’associazione VIDA ha organizzato una missione umanitaria a Calcutta. Diciannove volontari hanno dedicato le proprie vacanze estive a servire i più poveri di una delle città più colpite dalle emergenze umanitarie.
Arrivati da diversi punti dell’Italia e dalla Spagna, i nostri operatori umanitari hanno dato il meglio di sé in tre centri diversi, tre oasi di amore e di solidarietà, tre scuole di vita e di umanità. Si tratta di Nirmal Niketan, Nabo Jibon e Nirmala Bhavan.
Nirmal Niketan ospita 36 bambini e bambine disabili di una delle zone più povere di Calcutta che si chiama Kabardanga. È una periferia di piccoli commercianti che sopravvive all’esclusione sociale con tanta fatica e sacrifici. Lì, un fratello cattolico chiamato Xavier Arul, proveniente dal sud dell’India, fondò alcuni anni fa diversi centri di accoglienza per le bambine vittime della prostituzione e per i minorenni abbandonati. Oggi dirige 6 istituzioni che accolgono e formano (anche con scuole di qualità) bambini, bambine, ragazzi e ragazze; includendo un centro di formazione professionale e una piccola opera per aiutare i disabili, il nostro Nirmal Niketan.
Nirmal Niketan aprì le porte tre anni fa quando la nostra associazione VIDA Onlus s’impegnò con il brother Xavier a finanziare la gestione di un centro per aiutare i disabili della zona, in una costruzione fino a quel momento in disuso ma disponibile per il lavoro sociale. Da allora, Nirmal Niketan continua a crescere e offre un servizio meraviglioso per affrontare i diversi tipi di disabilità che soffrono questi angioletti.
Il lavoro dei volontari di VIDA in questo centro non è molto specializzato. Può essere riassunto in due parole: “dare amore”. Andavamo lì per confortare, dare affetto, accompagnare, sostenere, incoraggiare. Tanto, il centro ha già i diversi specialisti per i sordomuti, i cechi, i tetraplegici, gli invalidi, gli autistici. Noi potevamo solo aggiungere la nostra goccia di solidarietà e questo abbiamo tentato di fare con tutto il cuore.
Alla fine, nella festa di chiusura del nostro volontariato, la direttrice ci ha detto che abbiamo dato una lezione di umanità al mondo quando ci siamo dedicati con semplicità e sincerità a dare dignità a coloro che in India sono considerati indegni, esclusi, rifiutati. La bellezza del sorriso di quei bambini e bambine, dei loro formatori, dei loro genitori, è stata la cosa più grande che ci poteva succedere. Quando rendi felice il tuo prossimo, rendi felice te stesso.
Nabo Jibon è gestito dai Missionari della Carità, fondati da Madre Teresa. Non è stata la prima volta che abbiamo lavorato lì ma ogni anno è diverso, è nuovo, è un dono. Nella zona di Howrah, un’altra di quelle periferie di dolore della Calcutta più sofferente, si eleva questo posto come oasi di pace e di amore. Curare i disabili, fare compagnia agli anziani, strappare felicità agli abbandonati, pulire le stanze, dar da mangiare agli affamati che da soli non possono accudirsi. Piccole cose, con grande bontà. Il responsabile del centro è brother Paul, un inglese dato alla carità verso gli ultimi, un gigante della donazione totale, un sorriso nella tristezza più schiacciante del mondo.
All’interno di Nabo Jibon abbiamo conosciuto altri volontari e abbiamo condiviso momenti di gioia nel ricevere i bambini della strada del quartiere, specialmente le domeniche, per lavarli, curarli e farli divertire. Ogni volta era una sfida, una sfida che loro stessi ci aiutavano a superare con la loro spontaneità.
Nirmala Bhavan si trova dentro il caos di Calcutta, a un’ora della Mother House, dopo l’avventuriero viaggio per le strade della città. Là, insieme alle sorelle Missionarie della Carità della beata Madre Teresa, le ragazze del gruppo si prendevano cura dei piccoli ospiti. Ognuna si dedicava a un piccolo, senza fretta, senza paure, con la convinzione di star facendo la cosa migliore per il mondo: amare il tuo fratello più bisognoso.
Giorno dopo giorno si accumulava la stanchezza. Qualcuno si vedeva obbligato a rimanere al letto momentaneamente per la febbre, la diarrea o l’indigestione, con la voglia di guarire quanto prima per tornare all’azione solidale. Giorno dopo giorno cresceva la pace interiore, la serenità, la gioia di aver investito il proprio tempo nell’attività più bella di tutte. Giorno dopo giorno cresceva il numero di amici che da tante parti del mondo raggiungevano Calcutta per unirsi a questo sforzo di amore. Giorno dopo giorno si avvicinava la fine, momento più tragico di tutta la missione.
La povertà di Calcutta, l’umidità, il caldo, il rumore, la pioggia monsonica, le avversità di ogni indole sembrano non colpire lo spirito dei volontari che piuttosto vedono crescere la propria anima fino a cime prima insospettabili.
Indimenticabile la visita al lebbrosario, alla Città della Gioia, a Prem Dan (per l’incontro con tutti i volontari dei centri fondati da Madre Teresa presenti in quei giorni insieme a noi). Bellissima anche è stata la visita allo zoo con i piccoli di Nirmal Niketan.
Era la preghiera il nostro sostegno, soprattutto la visita frequente alla tomba della “Madre” dei poveri che decenni prima aveva iniziato questo miracolo. Era l’esempio delle sorelle che hanno consacrato la propria vita ai più poveri tra i poveri a mantenerci sempre in piedi. Era il rincontro con gli amici con cui anno dopo anno condividiamo questa esperienza indimenticabile.
Neanche quest’anno è mancato il progetto di VIDA Onlus chiamato “Hope for Homeless” per distribuire cibo, vestito e materiale per l’igiene e la pulizia ai senzatetto delle strade e degli slum più emarginati. Anzi, quest’anno si è intensificato. Ben centoquaranta famiglie hanno potuto beneficiare di questo progetto di tre zone diverse della città. Quando giri per le strade e trovi le persone che ti dicono: “vi stavamo aspettando per ricevere la vostra carità”, e vedi i bambini che ti abbracciano sorridenti come se avessero ritrovato un angelo, ti rendi conti che basta poco per rendere felici le persone, per donare speranza, per rendere migliore quell’inferno di abbandono e sofferenza.
Calcutta la si capisce solo se la vivi, se la conosci, se la tocchi. Calcutta è incredibile. Calcutta è generosa perché da di più di quanto sia capace di ricevere. Calcutta offre l’opportunità di riscoprire un’umanità che in Occidente si sta smarrendo. Calcutta è unica. Calcutta si sta trasformando continuamente ma soprattutto trasforma chi la sperimenta. Calcutta è un mistero, come è un mistero la vita, come è un mistero l’uomo. Calcutta è un mistero che s’incarna nella realtà e trasforma la vita.